Henry Okah condannato in Sudafrica a 24 anni di carcere

domenica 31 marzo 2013 → 0:47 in Nigeria

Dopo tanti rinvii il Tribunale Sudafricano riconosce Henry Okah colpevole per gli attentati del 2010 in Nigeria.
Il 21 gennaio 2013, Okah era stato riconosciuto colpevole di 13 capi di imputazione tra cui terrorismo, cospirazione e la preparazione di due attentati.

henry_okahPer la Corte di Johannesburg Henry Okah è responsabile per le autobombe esplose ad Abuja, in Nigeria, in cui sono morte 12 persone e 36 feriti il 1 ° ottobre 2010, l’anniversario dell’indipendenza del paese.
Il secondo attentato di cui è ritenuto l’ideatore ha avuto luogo a Warri, nel delta del Niger, il 15 marzo 2010. Una persona è stata uccisa e 11 feriti gravi.
In entrambi gli attentati, due autobomba sono esplose a pochi minuti l’una dall’altra in entrambi i luoghi.
Il giudice Claassen il 26 marzo 2013 ha condannato Okah a 12 anni di carcere per ognuno degli attentati e a 13 anni per le minacce rivolte al governo del Sud Africa dopo il suo arresto nel mese di ottobre 2010.
I 13 anni di quest’ultima condanna saranno scontati all’interno dei 24 complessivi e non cumulati.
Okah ha negato ogni coinvolgimento, sostenendo che le accuse contro di lui erano una montatura politica.
Il giudice ha respinto le richieste di condanna a vita perchè la “lotta in Nigeria è stata per una buona causa”, affermando l’importanza di bilanciare le intenzioni politiche di Okah con la natura violenta dei reati.
Ha trovato tre “circostanze importanti” che giustificano una pena minore.
“Il primo e più importante è che i reati sono stati motivati dal desiderio politico di migliorare la vita delle comunità del Delta del Niger”, ha detto Claassen.Ha aggiunto il fatto che Okah non ha precedenti penali.
“Il fattore che rimane è il fatto che a tutti gli effetti l’imputato è stato considerato da coloro che hanno portato avanti la lotta in Nigeria come un leader forte.”
La condanna ha suscitato vasta eco in Nigeria, che non ha chiesto l’estradizione, preferendo far tenere il processo in Sudafrica.

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