La Shell Nigeria dichiara la “forza maggiore”. Niente gas per Europa e Stati Uniti ?

venerdì 28 novembre 2008 → 14:26 in Nigeria

La Shell dichiara lo “stato di forza maggiore” per le forniture alla Nigeria Liquefied Natural Gas Limited (NLNG) che rifornisce di gas naturale liquefatto i rigassificatori in Europa e negli Stati Uniti. La “causa di forza maggiore” non prevede penali per le compagnie petrolifere. Anche l’Agip (ENI) fa parte della Società del Gas Nigeriano.

Negli ultimi anni la presupposta “emergenza gas” ha evidenziato la necessità di “diversificare le fonti di approvvigionamento”. La necessità di costruire Rigassificatori in grado di ricevere Metano Liquido e riportarlo allo stato gassoso per rimetterlo in rete è diventata una “priorità” per il Paese. “Potremo così portare il gas via mare evitando la dipendenza dai gasdotti” ci rassicurano i nostri industriali e politici. Gasdotti che oggi danno un rifornimento più che sufficiente al Paese, anzi quando entreranno in esercizio gli impianti in costruzione, avremo un surplus evidente. Nonostante questo, per “diversificare” le fonti, e contro la volontà delle popolazioni impattate dalla costruzione di questi impianti ad alto rischio, si è deciso di finanziare (pagheremo in bolletta 80% dei costi fissi degli impianti) la costruzione di questi mostri, che serviranno solo a far fare grandi affari alle compagnie petrolifere che useranno l’Italia come deposito di stoccaggio per esportare il gas in centro Europa.
A proposito poi di “diversificare” gli approvvigionamenti per non dipendere dagli “instabili” russi e algerini, ci accorgiamo poi che il principale esportatore di LNG (Liquid Natural Gas) è la Nigeria. E guardate un po’ che succede all’inizio dell’inverno.
Tenete presente che la “causa di forza maggiore” non prevede penali per le compagnie petrolifere.

Giovedì scorso la Royal Dutch Shell ha detto che non sarebbe in grado di far fronte ai propri obblighi di consegna di gas naturale alla Nigeria Liquefied Natural Gas Limited (NLNG) dopo aver chiuso il suo impianto di gas di Soku per la riparazione delle condutture.

La Società ha detto che le riparazioni sono state necessarie dopo i danni causati dai ladri e dalle connessioni illegali.

“Negli ultimi mesi il numero di connessioni illegali sulle condotte è aumentato significativamente e a Soku sono sconfinate all’interno dell’impianto stesso, aumentando i rischi per la sicurezza ad un livello inaccettabile, ha detto la” Shell Petroleum Development Company” (SPDC).

Mutiu Sunmonu, Direttore della Shell ha detto che la società ha dovuto rimuovere più di 50 valvole illegali solo nei mesi di agosto e settembre.

“Nel corso delle ultime settimane la situazione si è deteriorata rapidamente e ha portato ad una situazione in cui le preoccupazioni per la sicurezza del gasdotto ci hanno costretto a chiudere l’impianto. In questa fase, dobbiamo verificare completamente l’integrità del gasdotto”, ha detto.

La Shell fa parte di una joint venture con la Nigeria National Petroleum Corporation (NNPC), la Total Elf Petroleum Nigeria Limited e l’italiana Agip (ENI).

L’impianto di Soku , situato nelle paludi del sud del Rivers State nel Delta del Niger, fornisce circa il 40 per cento del gas di alimentazione alla Nigeria Liquefied Natural Gas Limited (NLNG), un progetto in cui la Shell ha una partecipazione del 26 per cento.

La Nigeria National Petroleum Corporation (NNPC) detiene il 49% per cento della Nigeria Liquefied Natural Gas Limited (NLNG). Altri importanti azionisti nella società del gas sono Total e Agip. La NLNG rifornisce di gas naturale liquefatto i rigassificatori in Europa e negli Stati Uniti.

Come vedete la “diversificazione” che ci darà più sicurezza negli approvvigionamenti non stà proprio in piedi, eppure la finta emergenza porta i soldi delle nostre bollette in tasca alle compagnie che costruiscono i rigassificatori!
Non solo, nella legge di finanziamento c’è una clausola che prevede anche casi come la “forza maggiore”. Se il Rigassificatore rimarrà inattivo (cioè non riuscirà a vendere un quantitativo prefissato all’anno) pagheremo i “mancati profitti” al proprietario. Olè!

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