“Henry Okah è vivo”

lunedì 10 marzo 2008 → 12:41 in Nigeria

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Lo ha detto Femi Falana, l’avvocato che difende il leader del Mend (Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger) e il suo presunto complice Edward Atatah.
” Questa mattina abbiamo potuto finalmente incontrare i due prigioneri” ha dichiarato ad un’agenzia di stampa l’avvocato, dopo un incontro con i due in una stazione di polizia a Jos, la capitale dello Stato del Plateau nella Nigeria centrale.

Una settimana dopo l’estradizione dei due dall’Angola (14 febbraio), l’Alta Corte di Abuja aveva ordinato di consentire a Okah e Atatah di ricevere visite dai loro avvocati, dai loro parenti e dai medici che ne attestassero lo stato di salute.
Il ritardato accesso ai due imputati, aveva sollevato timori sulle condizioni di salute e sulla possibilità che venissero torturati, sia nei parenti che tra gli avvocati e nelle organizzazzioni internazionali per la difesa dei diritti umani.
“In questo periodo i due hanno subito forti pressioni psicologiche e un totale isolamento dal mondo esterno, ma sono in buone condizioni fisiche e non sono stati torturati”, ha detto Falana ” e non erano al corrente delle accuse mosse contro di loro”.
Intanto in una dichiarazione alla stessa agenzia il fratello di Okah, Charles, ha detto che Henry lo scorso agosto aveva incontrato in Sud Africa il vice- presidente nigeriano Goodluck Jonathan, con il quale aveva raggiunto una sorta di accordo secondo il quale ” Henry non sarebbe stato arrestato in quanto parte del progetto di pace.”
Charles Okah ha continuato dicendo che tutte le accuse contro suo fratello sono state fabbricate e concluso dicendo ” mio fratello è vivo, ha una grande forza di spirito ed è risoluto.”
La prossima udienza del caso è stata fissata per il 9 aprile.
Fino al suo arresto in Angola, il 3 settembre del 2007, Okah era ritenuto il portavoce del Mend, che usava lo pseudonimo di Jomo Gbomo.
Il Mend è il più forte dei gruppi armati del Delta e si differenzia dalle bande, spesso composte da criminali comuni che operano nella regione, perchè dice di battersi per una più equa distribuzione delle entrate petrolifere a favore della popolazione locale.

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