Chi è Henry Okah, l’uomo del Delta

martedì 4 marzo 2008 → 16:01 in Nigeria

Foto di Henry Okah diffusa dal Mend il 22 Febbraio 2008

A cura di Edo Dominici
4 Marzo 2008Ultimo aggiornamento 31 Marzo 2013

Henry OKAH è un giovane ingegnere navale nigeriano, un Ijaw, il più povero e il più numeroso tra i popoli del Delta del Niger. Vive in Sud Africa dal 2003, con la moglie e i quattro figli, a Johannesburg dove ha la residenza permanente. E’ considerato il leader del MEND ( Movimento per l’Emancipazione del delta del Niger), la temuta organizzazione militante che ha usato le armi e internet per far conoscere al mondo la triste realtà e le rivendicazioni delle popolazioni del Delta, dove il petrolio viene estratto dalle grandi multinazionali senza alcuna possibilità di sviluppo per la popolazione locale, quei 30 milioni di persone che vivonono nei nove Stati che compognono la ricca regione petrolifera della Nigeria (36 Stati Federali, oltre 150 milioni di abitanti).
Il leader del Mend Henry Okah con la moglie Azuka.Dalla fine del 2005, quando si è costituito, il MEND ha riunito decine di gruppi di militanti  e di giovani che facevano capo a diverse etnie, spesso in conflitto fra loro, dichiarando guerra alle major petrolifere, accusate di danneggiare l’ambiente e di mettere in crisi pesca ed agricoltura.
Ha sostenuto di battersi per una più equa distribuzione delle ricchezze derivanti dal petrolio a vantaggio delle comunità locali, prive di acqua potabile, energia elettrica, fognature in una regione da cui si estraevano, prima dei sabotaggi del Mend, oltre 2,5 milioni di barili/giorno che facevano della Nigeria l’ottavo produttore di petrolio al mondo. Ha richiesto che vengano rispettati gli accordi sottoscritti dalle multinazionali sul fronte ambientale e il risarcimento per l’inquinamento causato. Ha richiesto la liberazione dei detenuti del NDPVF (Niger Delta People Volunteer Force), in primis del capo Dokubo-Asari. Liberazione poi avvenuta all’inizio dell’estate del 2007.
La tattica del sabotaggio delle installazioni petrolifere e il rapimento dei lavoratori delle Compagnie straniere, come i tre dipendenti dell’Eni rapiti nel 2006, rapimenti sempre conclusi con il rilascio degli ostaggi, sono serviti per dare risalto alle loro richieste politiche e per far conoscere la realtà del Delta del Niger, spesso con un uso dosato dei comunicati stampa.
Henry OkahIn tutta questa fase Henry Okah è considerato la guida del Mend, il portavoce che parla attraverso le mail firmate con lo pseudonimo di Jomo Gbomo.
Un personaggio controverso, che qualcuno ha descritto come un criminale e un commerciante di armi . Ma che per molti altri è  “un uomo con un grande desiderio di liberare e di emancipare il suo popolo” e il suo nome è diventato sinonimo di militanza e di speranza per i popoli del delta del Niger.
Dopo le elezioni dell’ Aprile 2007, il nuovo Governo del Presidente Yar’Adua si è dichiarò disposto a dialogare con i militanti per trovare una soluzione politica al conflitto del Niger-Delta. Seguì un cessate il fuoco, poi un’amnistia per i militanti del delta in carcere e come già detto fu liberato anche Dokubo Asari.
Henry Okah venne indicato dal governo, come una delle parti che dovevano essere consultate per avviare il processo di pace nella regione. Strano per un trafficante d’armi. Addirittura nel luglio del 2007, il VicePresidente della Nigeria,  Goodluck Jonathan (oggi Presidente della Nigeria) e il Governatore dello Stato di Bayelsa, Timipre Sylva, dopo una serie di colloqui telefonici, si sono recati a Johannesburg per parlare con Okah.

In quella riunione si decise di istituire una Commissione di Pace per il Niger Delta con l’incarico e la responsabilità di convincere i gruppi militanti a deporre le armi. Ad Okah fu  proposto di presiedere la commissione, lui rifiutò la proposta di essere a capo della commissione, ma propose due alte personalità della comunità Ijaw, che sono state nominate presidente e segretario. Il mese dopo, di ritorno in Sud-Africa dopo un viaggio di affari, Okah viene arrestato all’aeroporto di Luanda, in Angola, è il 3 settembre del 2007. C’è un’accusa generica di traffico d’armi, ma Okah ha dichiarato di essere in Angola per l’acquisto di un battello. Con lui viene arrestato E.Atatah ( un comandante di navi). Per 5 mesi Okah è rimasto in carcere in Angola senza che venisse formalizzata di fronte a un tribunale nessuna accusa contro di lui.
Nel frattempo il IYLF (Ijaw Younth Leadership Forum), che al momento è l’ombrello di tutti i leader Ijaw, anche rivali tra loro, come Asari, Ateke Tom, Tom Polo ed altre personalità del Delta, nel tentativo di garantire che tutti gruppi militanti Ijaw rispettassero l’accordo di cessate il fuoco con il Governo Federale, avevano invitato Okah e altri leader ad una riunione per superare tutti i “vecchi rancori “ tra le fazioni e unire i vari gruppi militanti Ijaw nella trattativa con il Governo. A quella riunione Okah non ha mai potuto partecipare.
A dicembre 2007 il IYLF in solidarietà con Okah e con Ateke Tom si è ritirato dal tavolo delle trattative con il Governo, perché dopo 3 mesi di detenzione in Angola, senza alcun addebito formale il governo nigeriano non ha fatto nulla per Okah, mentre Ateke Tom che era parte del processo di pace è stato attaccato senza provocazione, nello Stato del Rivers, dalla JTF(Joint Task Force), le truppe speciali inviate dal governo.
Dal primo giorno dell’arresto, il Mend ha accusato il governo nigeriano e le multinazionali del petrolio (in particolare l’americana Chevron) di aver complottato con il Governo Angolano per eliminare Okah.
Dal settembre del 2007 fino al gennaio del 2008 il Mend è rimasto in silenzio, anzi a Dicembre ha dichiarato il cessate il fuoco, forse in attesa delle decisioni del Governo Angolano.
Poi il primo appello, a firmarlo il 12 Gennaio 2008 è sempre lo stesso pseudonimo Jomo Gbomo: “ Noi desideriamo far conoscere al mondo la grave situazione del nostro compagno e fratello Henry Okah, detenuto senza accuse dal governo angolano. Henry è preoccupato per le richieste di estradizione fatte dalla Nigeria, il cui ambasciatore lo ha definito un “criminale”. Henry non vuole tornare in un Paese che non rispetta lo stato di diritto, che ha il record degli omicidi di “oppositori del regime” irrisolti, che non rispetta i diritti umani e che ha usato la pena di morte per gli oppositori, tra cui Ken Saro Wiwa, il cui unico reato è stato la “lotta non-violenta” per difendere l’ambiente e le condizioni di vita della gente del Delta. La detenzione illegale di questo degno figlio del Delta può solo peggiorare una situazione già esplosiva. Il Mend è con Henry Okah e il giorno del suo rilascio sarà il giorno del cessate il fuoco e spianerà la strada a un dialogo immediato. ”
Il 19 Gennaio 2008 un altro appello, questa volta a George Clooney, nominato messaggero di Pace delle Nazioni Unite.
“Il tuo ruolo come messaggero di pace rende imperativo considerare il Delta del Niger come una potenziale bomba ad orologeria in attesa di esplodere se non vengono prese misure urgenti. Il rilascio incondizionato di Henry Okah, un giovane leader e attivista di pace è necessario. Chiediamo una visita da parte della Croce Rossa Internazionale e di un rappresentante delle Nazioni Unite per verificare il suo stato di salute e far rispettare i suoi diritti umani fondamentali.”
Il 14 Febbraio del 2008, nella notte, Henry Okah e E. Atatah vengono estradati dall’Angola in Nigeria e affidati ai Servizi Segreti nigeriani.
Bisogna ricordare che non esiste alcun accordo di estradizione tra Angola e Nigeria, e la Nigeria è un Paese il cui ordinamento prevede la pena di morte. In ogni caso Okah non ha, dopo oltre sei mesi di detenzione, accuse formalizzate in un tribunale nè in Angola nè in Nigeria.
E’ il Mend a diffondere la notizia il giorno dopo : “I Governi di Nigeria e Angola hanno, in segreto, effettuato l’estradizione di Henry Okah in Nigeria, lo hanno portato incappucciato e incatenato, senza alcuna assistenza legale, dopo 5 mesi di torture nelle carceri angolane.”
Il 17 Febbraio il Mend lancia un appello a George Bush, in partenza per l’Africa, con 11 proposte di pace e la richiesta di mediazione e di aiuto.
Il 19 Febbraio il Mend dichiara : “Henry Okah è stato ucciso da un militare”. Un portavoce del Governo Federale smentisce alla BBC, affermando che “ Henry Okah è vivo”. Ma il Mend non ci crede: “ Dopo la debole smentita del Governo, bisogna che sia consentito l’accesso al prigioniero ai suoi rappresentanti legali, alla sua famiglia e alla Croce Rossa internazionale per una verifica indipendente che Henry è vivo e non è mai stato torturato”
Il 24 Febbraio sempre del 2008 uno dei fratelli di Henry, Charles Okah, in un’intervista concessa alla BBC , ne traccia un profilo, lo descrive come un “attivista” e ne racconta la vita.
Una vita privilegiata; figli di un ufficiale di marina di successo,hanno entrambi frequentato scuole private a Lagos e non avevano mai visitato il villaggio della loro famiglia nello Stato di Bayelsa. Henry ha ricevuto molte offerte dalle Università, ma ha scelto di andare al College di Ingegneria Nautica della Marina Mercantile. A 19 anni, alla morte della madre, visita per la prima volta la casa di famiglia nelle insenature del delta, nello stato di Bayelsa. Henry – ha raccontato il fratello alla BBC – è rimasto sconvolto dalle condizioni di vita che ha visto quando siamo giunti nella casa di famiglia a Ammasoma. “ Il modo di vivere delle persone era terribile” . Ci siamo sentiti dei privilegiati. Henry fu sconvolto dal colore dell’acqua che veniva usata per bere – ha detto Charles. “Nel 1995 l’’uccisione di Ken Saro-Wiwa colpì molto mio fratello che divenne un attivista dei diritti civili delle popolazioni del Delta”.
“Henry ha contribuito in questi anni a trasformare un gruppo di teppisti in un movimento di lotta ben pubblicizzato, che ha saputo far conoscere al mondo i problemi della gente del Delta del Niger”.
Il governo Nigeriano accusa suo fratello di traffico d’armi. Charles Okah è assolutamente sorpreso:“Mio fratello è un “attivista”, vive in Sudafrica con la moglie e i figli dal 2003,  sono molto sorpreso da queste accuse”.
Il 29 Febbraio una ONG Nigeriana , il NDYPF (Forum della Gioventù del Niger Delta) ha invitato il Governo a concedere l’amnistia, come già fatto per gli altri militanti a Henry Okah.
Il Mend comunica che nonostante l’autorizzazione dell’Alta Corte Federale di Abuja alla moglie e agli avvocati per visitare Henry Okah, il Governo continua a negare gli incontri.
IL 2 Marzo 2008 ,Femi Falana, già difensore di Saro-Wiwa, ha denunciato l’atteggiamento del Governo Federale che continua a negare l’accesso a Henry Okah, nonostante ci sia già l’autorizzazione data ai familiari e ai difensori dall’Alta Corte il 22 Febbraio.
Interviene anche Amnesty International, preoccupata: “E’ urgente consentire la visita ai due prigionieri, i due sono a rischio tortura e devono essere visti dai loro familiari immediatamente, come già ordinato dal Tribunale Federale” – ha dichiarato Erwin van der Borgth, direttore del Programma Africa di Amnesty. In una lettera al Governo Federale Amnesty chiede l’accesso ai prigionieri già accordato dal Tribunale e il rispetto dei diritti umani e delle leggi e il rilascio dalla detenzione per mancanza di accuse.
Finalmente il suo avvocato, Femi Falana, riesce ad incontrare brevemente Henry Okah.
Inizia il “processo segreto”.
In un’intervista rilasciata nell’Aprile del 2007 Jomo GBOMO (probabilmente Henry Okah) portavoce del MEND diceva:
“La linea di confine tra terrorismo e guerriglia, per come vengono definiti nelle nazioni occidentali, è molto sottile. Noi dobbiamo, a volte, superare questo confine per esercitare una pressione interna che ci permetta di far sentire le nostre ragioni, che altrimenti non vengono nemmeno prese in considerazione. Il mondo sa che la nostra ribellione è giusta, come giusti sono gli attacchi alle compagnie petrolifere, che invece di fare pressioni sul governo nigeriano perché affronti la povertà del Niger Delta, preferiscono spendere soldi in misure di sicurezza o assumere consulenti su come affrontare ambienti ostili. Loro usano la stessa tattica del Governo, invece di affrontare i problemi, cercano di corrompere chiunque ci sia vicino, nel tentativo di prendere tempo.
Se l’opinione pubblica internazionale è preoccupata, ci offra alternative giuste e pacifiche alla nostra lotta armata.
Negli anni numerosi delegati dei nostri popoli si sono presentati di fronte alle Nazioni Unite per chiedere una soluzione pacifica. Ma senza ottenere risultati. Questa è la nostra ultima disperata richiesta di libertà e giustizia. Tutti i Governi Occidentali sanno della nostra situazione, ma non hanno mai mosso un dito. Hanno finto di interessarsi solo perché le loro istallazioni petrolifere venivano minacciate.
Noi siamo pronti ad accogliere tutti i tentativi di mediazione di terze parti realmente interessate. Ma accetteremo solo una pace giusta.
Noi vogliamo gestire il patrimonio che Dio ci ha dato per migliorare la vita della nostra gente che da cinquanta anni soffre le conseguenze nefaste dello sfruttamento petrolifero.”

Il leader del Mend, gravemente malato al rene (ne ha uno solo) è rimasto detenuto in un carcere militare a Jos, nello Stato del Platau, nella Nigeria centrale sottoposto ad un processo “segreto” che nei fatti non è mai iniziato.  Il giudice a cui era stato assegnato il processo ha rinuncito all’incarico, per “evitare strumentalizzazioni del processo”, il 13 Febbraio 2009. Dopo le speranze iniziali, il processo è stato riassegnato ad un altro giudice della procura di Jos.
Nell’ udienza del 30 Aprile 2009, Femi Falana, noto giurista e difensore dei diritti civili, avvocato di Henry Okah, ha chiesto nuovamente un processo pubblico e lo spostamento del processo stesso in uno degli Stati federali dove i presunti reati addebitati al leader del Mend sarebbero stati commessi.
Il 3 luglio 2009 a Jos un giudice dell’ Alta Corte Federale ha accolto la richiesta della difesa di Henry Okah, guidata da Femi Falana, e ha ordinato cure immediate al rene per il leader del Mend gravemente malato. Il giudice ha ordinato al governo federale di elaborare un chiaro piano in sette giorni per reperire i macchinari adatti alle cure di cui ha bisogno Okah (macchinari attualmente non disponibili nelle strutture sanitarie nigeriane), avvertendo che altrimenti sarà costretto ad emettere una sentenza definitiva che concederà ad Okah la possibilità di andare all’estero per il trattamento. I medici che hanno visitato Okah continuano a sostenere che il suo unico rene sinistro potrebbe smettere di funzionare, se non viene effettuato un trattamento medico urgente.
Henry Okah viene liberato il 13 Luglio 2009 dopo, che a seguito dell’amnistia concessa da Yar’Adua, sono caduti tutti i capi d’accusa contro di lui.
Il 14 luglio il Mend annuncia il primo cessate il fuoco di 60 giorni e annuncia: “Il rilascio di Henry Okah è un passo avanti verso la pace”.
Il 22 agosto 2009  Henry Okah, non senza difficoltà, è partito dall’aeroporto di Lagos per andare a curarsi in Sudafrica. Okah è stato accompagnato all’aeroporto dal fratello minore, Charles Okah e da uno dei suoi avvocati, Wilson Ajunwa. Prima di tornare in Sud Africa, Okah ha rifiutato di incontrare il presidente Yar’Adua, insistendo sul fatto che lui “non ha accettato di essere rilasciato solo per diventare un amico intimo di un governo illegittimo”.
Il 19 ottobre a seguito delle forti pressioni del suo avvocato, Femi Falana, il leader del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger, Henry Okah, ha accettato di incontrare il Presidente nigeriano Yar’Adua nella sua residenza di Abuja, dopo aver volato di nascosto dal Sud Africa.Durante l’incontro Okah non ha accettato di farsi fotografare insieme al Presidente Yar’Adua, come era avvenuto con altri capi militanti, per evitare che l’incontro si trasformasse in un’operazione di propaganda del regime.
Okah ha detto di aver ribadito le richieste del Mend, secondo il quale una pace globale e duratura nella regione del Delta del Niger può essere raggiunta solo attraverso un dialogo autentico con i suoi rappresentanti ufficiali già nominati nel Gruppo Aronne (Composto da due generali in pensione di etnia Ijaw e dal premio Nobel, Wole Soyinka ).
Secondo quanto riportato dal quotidiano nigeriano This Day, il presidente Umaru Yar’Adua avrebbe offerto due miliardi di dollari da investire nelle infrastrutture del Delta e nei prossimi giorni il parlamento nigeriano dovrà anche rivedere la ripartizione dei proventi derivati dal petrolio, con la possibilità di aumentare fino al 10 percento la quota destinata alle comunità locali.
Il 25 Ottobre 2009 il Mend ha dichiarato il cessate il fuoco a tempo indeterminato.
Il 1 Novembre del 2009, in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera, Henry Okah ha detto alla giornalista Yvonne Ndege, che se il Governo nigeriano non rispetta gli impegni presi ” ci potrà essere una ripresa della violenza nella regione del Delta del Niger”.
Il video dell’intervista di Al Jazeera a Henry Okah
Le trattative si sono interrotte il 23 novembre 2009, giorno del ricovero del Presidente Umaru Yar’Adua in un ospedale dell’Arabia Saudita per delle misteriose cure.
Il 19 dicembre 2009 il Mend distrugge un oleodotto nello stato del Rivers. “E’ solo un avvertimento rivedremo il cessate il fuoco entro 30 giorni”dice il movimento nel comunicato siglato da Jomo Gbomo che chiarisce “Desideriamo e auguriamo al presidente una pronta guarigione, ma una situazione in cui il futuro del Delta del Niger è legato alla salute e al benessere di un solo uomo è inaccettabile.”
Il 13 Gennaio 2010 una sentenza del tribunale federale nigeriano ha riconosciuto al vice Presidente Goodluck Johnatan (esponente della minoranza Ijaw) il diritto ad assumere i poteri spettanti al Presidente, ma la decisione viene apertamente contestata.
Il 5 Maggio 2010 muore il Presidente nigeriano Yar’Adua, il nuovo Presidente della Nigeria, fino alle elezioni presidenziali del 2011, sarà il suo vice Goodluck Jonathan.
Il 30 settembre 2010 la polizia sudafricana perquisisce la casa di Okah a Johannesburg in cerca di armi, non ne trova e sequestra solo computer e cellulari di famiglia.
Il 1 Ottobre 2010 il Mend fa esplodere tre autobomba durante la parata per il 50° anniversario dell’Indipendenza della Nigeria. Il governo non tiene conto dell’avviso a sgomberare l’area lanciato nel comunicato del Movimento per l’Emancipazione del Niger Delta (Mend) firmato da Jomo Gbomo e le esplosioni causano 15 vittime.
Il 2 Ottobre 2010 Henry Okah viene arrestato dalla polizia sudafricana su pressione dei servizi nigeriani e accusato di essere la “mente” degli attentati di Abuja.
Il 16 Ottobre 2010 a Lagos i servizi nigeriani arrestano il fratello di Herny Okah, Charles Okah. E’ anche lui accusato per le bombe di Abuja, e i servizi lasciano trapelare che credono che sia uno degli utilizzatori della casella di Jomo Gbomo. Il processo di Charles Okah nella “democratica” Nigeria è “segreto”, non si conoscono con precisione le accuse, le prove e all’udienza di convalida non sono stati ammessi avvocati, giornalisti e pubblico.
Tutti i ricorsi per ottenere la libertà su cauzione sono stati respinti dai tribunali sudafricani e si è aperto il processo al “terrorista” Henry Okah.
Il 17 Aprile 2011, Goodluck Jonathan, più volte accusato da Okah di essere il “mandante del suo arresto”, per evitare “disturbi” alla sua campagna elettorale, viene eletto Presidente della Nigeria.
Nell’udienza del 18 Aprile 2011, a Johannesbrurg, Okah è stato accusato di essere la mente degli attentati di Abuja e di aver organizzato gli attentati di Warry, durante il vertice del delta del Niger il 15 marzo del 2010, il presunto leader del Mend ha respinto tutte le accuse. Il processo è stato rinviato al 21 giugno 2011 per un “approfondimento delle indagini”. Ancora indagini da approfondire e problemi logistici per lo svolgimento del processo portano la corte sudafricana ad un altro rinvio. Il processo inizierà “orientativamente” a gennaio del 2012, con un’udienza preliminare il 24 agosto 2011.
Nell’udienza del 24 agosto 2011 la corte decide che Henry Okah dovrà affrontare un processo con l’accusa di terrorismo nell’Alta Corte di Johannesburg nel mese di gennaio del 2012.
Continua l’odissea giudiziaria del presunto leader del MEND – Movimento per l’Emancipazione del Niger Delta, detenuto in Sudafrica. Il tribunale di Johannesburg ha rinviato l’inizio del processo al 1 ottobre 2012, intanto lui rimane in carcere e la Nigeria non chiede l’estradizione.
Henry Okah è stato in prigione in Angola, in Nigeria e ora in Sudafrica senza aver mai avuto un processo o aver subito una condanna.
Dal 12 Ottobre del 2010 anche Charles Okah è in un carcere nigeriano, sottoposto anche lui, come già accaduto al fratello, ad un processo “segreto”, con le medesime accuse.
Dopo tanti rinvii, il 26 Marzo 2013 il Tribunale Sudafricano riconosce Henry Okah colpevole per gli attentati del 2010 in Nigeria. Il giudice Claassen ha condannato Okah a 24 anni complessivi di carcere per gli attentati e a 13 anni per le minacce rivolte al governo del Sud Africa dopo il suo arresto nel mese di ottobre 2010.
I 13 anni di quest’ultima condanna saranno scontati all’interno dei 24 complessivi e non cumulati.
Okah ha negato ogni coinvolgimento, sostenendo che le accuse contro di lui erano una montatura politica.

Gli articoli sul processo a Henry Okah sono tutti nell’archivio NIGERIA

15 commenti a “Chi è Henry Okah, l’uomo del Delta”

edu scrive:

E’ in carcere in Sudafrica. Per tre volte è stata respinta la richiesta di libertà su “cauzione”.

giulia scrive:

io non ho capito se al momento Henry Okah è in prigione o è stato rilasciato in attesa di giudizio?

galery semaan scrive:

mama africa generosa ogni tanto partorisce guerrieri leggendari perche il suoi figli possano sognare….e loro che sognano?? cellulari e macchinoni,belle fighe e orologi di marca….altro che ribelli per amore,se sapessero di lottare per la loro terra non esisterebbe un solo bianco in nigeria, a cominciare dai preti…..i vecchi rè di ife si rivoltano nella tomba a guardare i loro sudditi venduti alla cultura decadente dellopulenza e dello spreco occidentale. il dio dei bianchi a prevalso ed ora i figli d’africa non sanno più sognare…..prego shango re dei re scaglia i tuoi fulmini sui loro capi e terrorizza ancora gli stolti corrotti con la tua ascia di morte…..riporta il tuo spirito in nigeria ….give us justice

fabrizio scrive:

ma non leggi lattuada, nun lo compro, so’ abbonato.

edu scrive:

Chi lo compra lo compra, l’importante è comprare quello giusto….

sirlad scrive:

ma che ‘na settimana ‘o compra uno e ‘na settimana ‘o compra n’antro?

Fabrizio scrive:

settimana 5-11 dicembre…

edu scrive:

Come informatore sei piuttosto scarso. Ho acquistato Internazionale (settimana 12-18 Dicembre) e di Henry Okah non ho trovato traccia. Controlla che hai letto e dove lo hai letto.

fabrizio scrive:

Su Internazionale di questa settimana c’è un bell’articolo in cui si parla di Henry Okah, te lo consiglio.

edu scrive:

Dalle 18 di questa sera questo articolo lo troverete anche sul quotidiano Online di Carta.
http://www.carta.org/

flash scrive:

Chi mette la propria vita, gli affetti, il futuro a sacrificio per il proprio popolo spesso viene considerato solo come postumo. Ma lui è vivo e le cose che ha da dire sono importanti se dette ora, con la sua energica sofferenza. Che avete fatto, o cosa farete, per permettergli una dichiarazione, un dibattito. Ma ancor prima la libertà. Appelli inondanti via e-mail al governo, all’ONU o altro? Grillo? I radicali? Cosa?
E’ un fratello di molti, ma anche un nemico di molti altri. Per cosa? La gestione dei diritti di un prodotto nazionale. Si può discutere su chi ha ragione. Chavez sotto questo punto di vista, anche se a me non piace affatto, insegna qualcosa. Diritti condivisi. Altrimenti è una guerra persa e il cui esito non viene influenzato dalla ragione.

sirlad scrive:

non la vedo bene per Okah, lo testimonia il fatto che nessun mass-media ne parla, e quindi.. non se ne deve parlare!
Edu e ASud ne parlano, e questo è un merito. Speriamo che nun te fanno spari’ pure a te..

edu scrive:

L’articolo l’ho scritto io per il sito di ASud e per Carta. Qui siamo all’anteprima.

edu scrive:

Bravo Grillo !! Un grande a mio modo di vedere. Pensa solo al rilascio degli ostaggi italiani con la troupe delle Jene, o la possibilità data a Liberti (Manifesto) di intervistare gli italiani mentre erano detenuti nella Foresta.

Marco scrive:

Cavoli, per essere uno che non s’è mai visto a Porta Metronia questo Okah ne ha di cose da dire…..quindi è mio fratello.

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