Il Mend: “Attacchi agli impianti petroliferi. Bombe ad Abuja e Lagos”.

lunedì 14 marzo 2011 → 21:06 in Nigeria

A poco più di un mese dalle elezioni presidenziali in Nigeria i militanti del Mend minacciano il Governo e le compagnie petrolifere.

Il Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (Mend) inizierà presto con esplosioni simultanee e attacchi contro installazioni petrolifere nel delta del Niger e altri luoghi strategici, ad Abuja e Lagos e in altri stati della Nigeria.
Grazie al nostro impegno per scongiurare la perdita di vite umane, invieremo in anticipo, come abbiamo sempre fatto in passato, il comunicato che avvisa delle esplosioni, trenta minuti prima, per consentire l’immediata evacuazione della zona, dopo di che seguirà un comunicato di rivendicazione con il nostro modus operandi.
Il Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (Mend), avvisa tutte le persone nei termini più stringenti, di stare alla larga da tutte le riunioni politiche o riunioni di qualsiasi tipo.
Va ricordato che nelle nostre ultime bombe per l’Independence Day il coinvolgimento di vittime civili è dovuto all’insensibilità dei servizi di sicurezza nigeriani e all’ignoranza del pubblico in generale che hanno portato alla fatalità (ndr – il 1 ottobre del 2010, giorno del 50° anniversario dell’indipendenza della Nigeria, il Mend, mezz’ora prima degli attentati, aveva avvisato le agenzie di stampa e il governo di sgomberare il luogo della parata. Il messaggio fu ignorato o sottovalutato dai Servizi nigeriani e le autobomba causarono oltre 10 vittime)
Anche in questo caso, chi sceglie di ignorare questo avvertimento lo fa a proprio rischio e pericolo poichè le conseguenze di queste esplosioni saranno catastrofiche.
Il governo di Goodluck Jonathan ha dimostrato la sua riluttanza ad affrontare alla radice i problemi del Delta del Niger, ma ha scelto invece di continuare ad elargire tangenti ai teppisti e a saccheggiare le risorse del delta del Niger mentre nella sua campagna presidenziale inganna il mondo e i nigeriani fingendo che ci sia la pace nel Delta del Niger.
La nostra rivoluzione come quella dei nostri poveri fratelli nel Nord Africa avrà inizio con la paralisi dell’Industria petrolifera nigeriana per scovare tutte le compagnie petrolifere occidentali che operano
nella regione del Delta del Niger e gli attentati simultanei saranno devastanti come mai è accaduto nella storia di questo paese.
Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger saluta il coraggio e la dedizione dei suoi combattenti che hanno contro ogni previsione persistito nella lotta per la giustizia.
Il comunicato è come al solito firmato da Jomo Gbomo

Dopo l’arresto di Henry Okah, presunto leader del Movimento, tuttora detenuto in un carcere sudafricano e di suo fratello Charles, detenuto in Nigeria insieme ad altri presunti militanti, accusati per gli attentati di Abuja del 1 Ottobre 2010, giorno dell’Indipendence Day, attentati che hanno causato oltre 10 morti, le autorità e gli ex-militanti o presunti tali si sono affannati a dichiarare che il MEND si era praticamente sciolto e che ormai era solo uno pseudonimo, usato da chissà chi, per inviare mail (Jomo Gbomo).
Il comunicato di oggi sembra dire il contrario e non fa male ricordare che spesso in passato i messaggi del movimento sono stati ampiamente sottovalutati.
Nel 2009 il Mend è stato in grado di mettere in ginocchio la Nigeria attaccando gli impianti e costringendo il governo ad una trattativa, portando avanti una vera e propria “guerra del petrolio” che ha spesso ridicolizzato la Joint Task Force dell’esercito inviata a proteggere gli impianti. Certo molte cose sono cambiate dal 2009, anche a seguito dell’amnistia concessa ai militanti che deponevano le armi. Molti gruppi armati e diversi capi militanti hanno accettato l’amnistia, mai il MEND, che l’ha respinta sin dall’inizio perchè non rispondeva alle ”legittime richieste delle popolazioni del delta del Niger” che, dicono, sono alla base della loro lotta. Difficile dire quale sia oggi l’effettiva forza del movimento e chi ne siano i nuovi capi ma i rischi sono enormi in un paese di 150 milioni di abitanti che “vive” sul petrolio della regione del delta.
A rischiare sono anche le grandi compagnie occidentali che già si trovano a fronteggiare la “crisi” del petrolio libico.
La Libia è il terzo produttore di petrolio in Africa, la Nigeria è il primo.

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