Un figlio di Porta Metronia. Pino.

giovedì 14 febbraio 2008 → 21:44 in TheSbrocks

pinoun vecchio amico con il quale, insieme a qualcuno di voi, ho condiviso giornate spensierate di gioco quando eravamo bambini e anche un po’ di più. Porta Metronia non ha generato soltanto personaggi più o meno famosi, più o meno simpatici, più o meno goliardici, ma anche veri sbroccati, o pseudo. Con certezza e con cognizione di causa, e con un po’ di tristezza, posso dire semplicemente che Pino non è stato molto fortunato nella vita. Per lui queste belle righe scritte da una sua collega:

Abbiate il coraggio di guardarmi

Di dirmi ciò che pensate

Non nascondete la rabbia

Che vi procura la mia vista

L’indifferenza mi lacera la carne

Abbiate il coraggio di guardarmi

Nei miei occhi c’è ancora un domani

Ma se il vostro sguardo si ferma sui miei stracci che potrete mai capire di me?
INA

27 commenti a “Un figlio di Porta Metronia. Pino.”

flash scrive:

niente facebook. l’ignoranza in rete si combatte ignorando, nella realtà cò dù schiaffoni.

Edo scrive:

Mica è robba da poco…sò tempi bui…molto… come ribadito più volte nel sito. Per fortuna siamo ancora in tanti ad avere almeno una parte del cervello costantemente accesa…difficile che riescano a spegnerla…ormai è lotta dura…e vinco io.

fabrizio scrive:

almeno su questo siamo tutti d’accordo.

Ardito scrive:

Per me Facebook è tabù, ma mi associo sicuramente alla truppa, contro l’ignoranza l’unico rimedio è ignorare.

sirlad scrive:

l’idiozia allo stato puro non merita commento.

edo scrive:

Non sono andato su Face e non intendo farlo, per il resto credo che concordiamo.

Gianni scrive:

Certo che tu del commento di Facebook sei proprio un coglione, insensibile e non hai proprio rispetto per le persone…

Non capisco la gente come te come fa a guardarsi ancora allo specchio (magari masturbandoti mentre pensi a certe cose)

Non so gli altri cosa ne pensano.

edda scrive:

Non conosco Pino e non mi interessa giudicare ma credo che in ognuno di noi ci sia una parte di Pino più o meno nascosta.

edo scrive:

Ogni volta che lo incontro, anche quando sembra totalmente fuori, lo saluto e lui mi risponde chiamandomi per nome e provo piacere, gli dò qualche spicciolo e qualche sigaretta…che non mi chiede e lui riprende immediatamente possesso del suo mondo. Ho un grande rispetto per Pino e voglio averlo di me stesso e della mia intelligenza.

Fabrizio scrive:

Io su facebook non ci sono proprio andato, non mi interessa chi è così superficiale da provare piacere nel prendersi gioco di Pino.

sirlad scrive:

ho visto il gruppo su FC e onestamente non mi piace, anzi….

largo pannonia scrive:

e sta pure su facebook 😀

pino petrolo

flash scrive:

Evita l’invito. Se potrebbe illude. Vai al sodo.

sirlad scrive:

er mio è berlu-de-stroide, laziale e pure antipatico. Che faccio ‘o nvito e je do’ foco?

flash scrive:

Mò, arrivamo.

Marco scrive:

Iniziamo a darci da fare coi nostri vicini.

Marco scrive:

Con tutto il rispetto per Okah, per il quale si dovrebbero muovere le grandi organizzazioni mondiali, magari sarebbe più alla nostra portata recuperare Pino e le persone come lui.

edu scrive:

Gni tanto faccio fatica a n’terpretavve, ma tant’è!

Marco scrive:

..tranquillo Edo…..non basta una frase volgare a sporcare un bel Post.

flash scrive:

Mò che ce lo dici!

edu scrive:

Dalla foto di Pino è venuto fuori uno dei post più belli ( la parola esatta è un’altra) del nostro sito. mò ve riconosco!

Marco scrive:

Con Pino, insieme ai vari Liberati, Maurizio Marconi e Baele, coppia inseparabile, i fratelli Miotto, i fratelli Cervellini, il carabiniere e suo fratello, un certo Gino di Via Tracia, ricordo il viso e non il cognome, che guidava la macchina dalla parte del passeggero, da solo….e Mario Rossi, coi genitori sordomuti, Freccia, poi forse Sperlonga e Lele Guglielmi….
A Luglio andavamo al mare ad Ostia, alla Mariposa, in treno, in 20….coi panini preparati da mamma, e, i grandi, prendevano Pino e lo lanciavano in aria con le braccia…. in alto….sempre più su…. a fare tuffi….lui, piccolino di statura e nerboruto, spingeva sulle gambe e saliva sempre più in alto….e ci faceva ridere tutti quando riemergeva esterrefatto, boccheggiando, incredulo del salto fatto……felice. Anno 1974.

edu scrive:

Sono stato il primo a dire che secondo me la foto andava pubblicata. Anche Pino è parte della nostra storia, nonostate il suo mondo apparente, fatto spesso di cose strane, è sicuramente un “uomo di strada” atipico. E’ rimasto sempre nel quartiere, anche quando la madre era viva e avevano la casa assegnata, credo a Torbellamonaca, lui rimaneva a dormire alle mura o nei giardini di Porta Metronia.

edda scrive:

Devo dire che il post di Sirlad è davvero toccante, così come i commenti degli altri Sbroc(k)s, quando mi trovo davanti queste persone mi assale sempre un senso di frustrazione e paura perchè anche nella mia famiglia (una persona a me molto vicina che ho visto nascere che ho cullato e con cui ho convissuto diversi anni della mia vita) ha avuto problemi enormi, ho visto la sua malattia progredire velocemente assalire la sua vita e quella di chi gli sta vicino
e poi stabilizzarsi e poi di nuovo e così succede spesso ancora oggi, e penso che ad ognuno di noi può accadere in un attimo e per cause non volontarie di volare giù fino in fondo al tunnel; e spesso in fondo a questi tunnel non c’è la luce, ma solo un’altro buco nero.
Credo che aver pubblicato la foto di questo povero uomo sia stato un gesto coraggioso e d’amore, comunque non facile.
Il cuore vince sempre su tutto (se uno ce l’ha).

fabrizio scrive:

La storia di Pino la conosco molto bene e so quanta sofferenza può esserci dietro quegli stracci. La vita è spesso diversa da come l’immaginavamo da bambini, la realtà sa essere molto cruda. Quella foto fa male come una coltellata improvvisa ma questa mia ferita si rimarginerà in pochi minuti, le ferite di Pino e dei suoi fratelli e sorelle sanguineranno tutta la vita…

flash scrive:

Per quanto ne sò e conosco l’altro Pino (quello nervoso e perennemente incazzato ma con una grande voglia d’insieme) da piccoli ed insieme ne abbiamo vissute parecchie fino a……, per quanto ne sò è andato raccattando stracci, anche umani, già prima di perdere l’umana comprensione.
Non gli è mai stato negato il giudizio di un amico che tirandolo per un braccio cercava di convincerlo,(cos’altro?) a non andare là dove molti ma molti altri amici e no sono andati senza più tornare.
Ci divertivamo ad andare su una collina, al mio paese dove andavamo molto volentieri, a sentire il vento dopo aver incontrato corpi, per sentire il vento che lì….è particolarmente forte….e fresco….e pulito…..e ridevamo compiaciuti da tutte queste essenze raccolte in così breve tempo ed io gli dicevo sempre che il miglior modo di godere della vita è esserci.
Poi, lui ha scelto altro. Povero perchè no? Sfortunato, certo. Nella famiglia e negli affetti. Quelli che lui stesso ha fagocitato, con rabbia, strappandosi le vesti e gridando ad un mondo che, ora, è solo intorno a lui.

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